Parla un poliziotto che dal 30 marzo è in quiescenza a causa «del limite di sopportazione raggiunto nella visione di milioni e milioni di filmati allucinanti».Gli abusi vengono già commessi su bimbi di appena sei mesi». Come arginare il fenomeno? “La prevenzione”
FRANCESCO D’AMBROSIO Le più conosciute sono state chiamate Mare Nostrum ed Aragosta: sono le operazioni investigative sulla pedopornografia che con tante altre hanno mandato alla sbarra centinaia di pedofili. Oggi che è in pensione lo Stato gli chiede di non fermarsi, di completare l’opera testimoniando nei circa 50 processi intentati dal Trentino alla Sicilia. In cambio gli assicura il biglietto ferroviario di seconda classe di andata e ritorno più… 0.72 euro per vitto e alloggio nelle città sedi dei processi. Leucio Cutillo si appella al Capo dello Stato ed al Ministro degli Interni. «Dovrò sborsare almeno 15 mila euro», dice. «Lo Stato mi chiama a tutelare i suoi interessi perché assicurare alla giustizia tutti i pedofili da me scoperti durante le indagini salvaguarda la collettività. Nonostante sia in pensione sono pronto a rispondere ai miei doveri. Chiedo però che mi vengano almeno riconosciute le spese». Sposato con tre figli, Leucio Cutillo ha 53 anni. Fino al 1998 presso la Polizia ferroviaria, durante i successivi 10 anni è stato la colonna operativa ed investigativa della Polstrada. Dalle sue investigazioni sono partite le indagini più scottanti in tema di pedofilia on line e di pedopornografia su internet. Dal 30 marzo è in quiescenza a causa «del limite di sopportazione raggiunto nella visione di milioni e milioni di filmati allucinanti». Era arrivato a non dormire più la notte: l’ospedale militare gli ha riconosciuto lo stato ansioso reattivo che è causa di pensionamento. In cosa consisteva la sua attività investigativa? «Smascherare hacker e pedofili». Quanti processi l’hanno vista testimone? «Moltissimi. A chi è in servizio lo Stato riconosce 23 euro per pasto ad ogni trasferta. E’ uno standard con il quale non ci fai nulla. A Milano, ad esempio, ero costretto a mangiare un panino a pranzo, uno a cena». Perché è importante la sua testimonianza? «Le mie indagini hanno portato alla denuncia di tanti presunti pedofili. Mi viene chiesto di ricostruire le fasi tecniche della scoperta iniziando dai giorni, dagli orari, dai tipi di file scaricati e dalle intercettazioni di mail con i correi». In quali Tribunali è chiamato a testimoniare? «Laddove è stato commesso il reato, ossia nelle città in cui il pedofilo ha scaricato e scambiato file. A maggio sono stato a Salerno e Nocera, ad aprile più volte ad Enna e Caltanissetta, nelle prossime settimane dovrò recarmi a Fermo, Patti, Albenga e poi via di seguito. Per essere presente alle ore 9 in un Tribunale non campano devo muovermi il giorno prima. Pur senza il costo del biglietto ferroviario non si può spendere meno di 250 euro». Può non presentarsi? «E’ mio dovere esserci. Se non ci andassi potrei favorire poi la prescrizione dei termini: l’impunità per quella gente». Come definirebbe il fenomeno della pedopornografia? «In grande crescita sia in Italia che fuori. Chi ne usufruisce è solitamente persona dal livello culturale medio-alto in grado di adottare anche sofisticate precauzioni per non cadere nella rete tesa dalle Polizie Postali di tutt’Italia, tra le quali quella di Salerno resta all’avanguardia». Salerno. Che tendenza c’è? «In crescita. Soprattutto in provincia». Che età hanno le vittime da lei scoperte? «Gli abusi vengono già commessi su bimbi di appena sei mesi». Come arginare il fenomeno? «La prevenzione. Da socio onorario di telefono Azzurro e da delegato del Ministero degli Interni ho tenuto tantissimi seminari nelle scuole elementari e medie. Oggi sono disponibile a rifarlo attraverso il mondo delle associazioni».
Il Mattino 30 maggio 2008
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FRANCESCO D’AMBROSIO Le più conosciute sono state chiamate Mare Nostrum ed Aragosta: sono le operazioni investigative sulla pedopornografia che con tante altre hanno mandato alla sbarra centinaia di pedofili. Oggi che è in pensione lo Stato gli chiede di non fermarsi, di completare l’opera testimoniando nei circa 50 processi intentati dal Trentino alla Sicilia. In cambio gli assicura il biglietto ferroviario di seconda classe di andata e ritorno più… 0.72 euro per vitto e alloggio nelle città sedi dei processi. Leucio Cutillo si appella al Capo dello Stato ed al Ministro degli Interni. «Dovrò sborsare almeno 15 mila euro», dice. «Lo Stato mi chiama a tutelare i suoi interessi perché assicurare alla giustizia tutti i pedofili da me scoperti durante le indagini salvaguarda la collettività. Nonostante sia in pensione sono pronto a rispondere ai miei doveri. Chiedo però che mi vengano almeno riconosciute le spese». Sposato con tre figli, Leucio Cutillo ha 53 anni. Fino al 1998 presso la Polizia ferroviaria, durante i successivi 10 anni è stato la colonna operativa ed investigativa della Polstrada. Dalle sue investigazioni sono partite le indagini più scottanti in tema di pedofilia on line e di pedopornografia su internet. Dal 30 marzo è in quiescenza a causa «del limite di sopportazione raggiunto nella visione di milioni e milioni di filmati allucinanti». Era arrivato a non dormire più la notte: l’ospedale militare gli ha riconosciuto lo stato ansioso reattivo che è causa di pensionamento. In cosa consisteva la sua attività investigativa? «Smascherare hacker e pedofili». Quanti processi l’hanno vista testimone? «Moltissimi. A chi è in servizio lo Stato riconosce 23 euro per pasto ad ogni trasferta. E’ uno standard con il quale non ci fai nulla. A Milano, ad esempio, ero costretto a mangiare un panino a pranzo, uno a cena». Perché è importante la sua testimonianza? «Le mie indagini hanno portato alla denuncia di tanti presunti pedofili. Mi viene chiesto di ricostruire le fasi tecniche della scoperta iniziando dai giorni, dagli orari, dai tipi di file scaricati e dalle intercettazioni di mail con i correi». In quali Tribunali è chiamato a testimoniare? «Laddove è stato commesso il reato, ossia nelle città in cui il pedofilo ha scaricato e scambiato file. A maggio sono stato a Salerno e Nocera, ad aprile più volte ad Enna e Caltanissetta, nelle prossime settimane dovrò recarmi a Fermo, Patti, Albenga e poi via di seguito. Per essere presente alle ore 9 in un Tribunale non campano devo muovermi il giorno prima. Pur senza il costo del biglietto ferroviario non si può spendere meno di 250 euro». Può non presentarsi? «E’ mio dovere esserci. Se non ci andassi potrei favorire poi la prescrizione dei termini: l’impunità per quella gente». Come definirebbe il fenomeno della pedopornografia? «In grande crescita sia in Italia che fuori. Chi ne usufruisce è solitamente persona dal livello culturale medio-alto in grado di adottare anche sofisticate precauzioni per non cadere nella rete tesa dalle Polizie Postali di tutt’Italia, tra le quali quella di Salerno resta all’avanguardia». Salerno. Che tendenza c’è? «In crescita. Soprattutto in provincia». Che età hanno le vittime da lei scoperte? «Gli abusi vengono già commessi su bimbi di appena sei mesi». Come arginare il fenomeno? «La prevenzione. Da socio onorario di telefono Azzurro e da delegato del Ministero degli Interni ho tenuto tantissimi seminari nelle scuole elementari e medie. Oggi sono disponibile a rifarlo attraverso il mondo delle associazioni».
Il Mattino 30 maggio 2008
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