L'ultimo confine del cinismo della rete arriva dagli Usa, dove spopolano i video combattimenti tra homless. Servirebbe un limite?
Una birra, qualche dollaro, una bottiglia di vino scadente, un pacchetto di sigarette, magari uno spinello. Certi attori si fanno pagare anche così, a Los Angeles. Ma anche a San Diego, a Las Vegas, a Seattle: loro sono i protagonisti della nuova video-febbre della rete Usa, i combattimenti tra barboni. Ripresa dal Corriere, la storia comincia nel 2001, quando finisce sul mercato online un dvd dal contenuto violento ed esplosivo: lotte all'ultimo sangue tra homless, filmati in cambio di spiccioli e drink.
I "Bum Fights" hanno venduto oltre 200mila copie, prima che i loro produttori finissero - di 21 e 27 anni - in tribunale. Ma qualche giorno di carcere e l'ammenda - nonché la pubblica riprovazione - non hanno fermato un fenomeno che è ancora in piena espansione, basta avere una telecamerina e pochissimi scrupoli per portare a casa, e poi mettere online, un video da migliaia di contatti. «I clochard sono un bersaglio facile perché non possono difendersi - ha dichiarato un esponente dell'organizzazione non governativa National Coalition for the Homless -. Gli aggressori sanno di non correre nessun rischio perché un barbone non andrà mai dalla polizia a lamentarsi. Il vagabondo è la vittima ideale perché è invisibile alla società».
La difesa di molti di questi videomaker - perlopiù ventenni - è che considerare queste persone incapaci di decidere se apparire o no in un filmato è più insultante che riprenderle mentre si massacrano di botte o prendono a testate un muro. Ma tra tanto squallore i media americani riprendono anche un happy end. Una delle "star" dei bum Fights, il veterano di guerra Rufus Hannah, detto Rufus the Stunt Bum, diventato un personaggio popolarissimo, è riuscito a cambiare vita. Sua figlia, che non vedeva più da anni, l'ha riconosciuto da un video ed è riuscita a contattarlo: «Non posso credere che ti sia davvero ridotto in questo stato - gli ha scritto - E sappi anche che sei diventato nonno». Rufus ha detto addio alle risse, alla bottiglia, alle droghe, e si è anche trovato un buon lavoro come carpentiere-imbianchino. Riuscirà a essere di buon esempio?
Ho letto solo oggi di questa cosa e mi ha fatto molto pensare... pensare a quei cretini che riescono per un pò di popolarità in rete ad aizzare un uomo contro un altro e a riprendere senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze che questo può avere. Senza nessun rispetto della dignità umana.
Mi ha fatto anche sorridere la storia di Rufus, speriamo serva a qualcosa.
[b][i]
Una birra, qualche dollaro, una bottiglia di vino scadente, un pacchetto di sigarette, magari uno spinello. Certi attori si fanno pagare anche così, a Los Angeles. Ma anche a San Diego, a Las Vegas, a Seattle: loro sono i protagonisti della nuova video-febbre della rete Usa, i combattimenti tra barboni. Ripresa dal Corriere, la storia comincia nel 2001, quando finisce sul mercato online un dvd dal contenuto violento ed esplosivo: lotte all'ultimo sangue tra homless, filmati in cambio di spiccioli e drink.
I "Bum Fights" hanno venduto oltre 200mila copie, prima che i loro produttori finissero - di 21 e 27 anni - in tribunale. Ma qualche giorno di carcere e l'ammenda - nonché la pubblica riprovazione - non hanno fermato un fenomeno che è ancora in piena espansione, basta avere una telecamerina e pochissimi scrupoli per portare a casa, e poi mettere online, un video da migliaia di contatti. «I clochard sono un bersaglio facile perché non possono difendersi - ha dichiarato un esponente dell'organizzazione non governativa National Coalition for the Homless -. Gli aggressori sanno di non correre nessun rischio perché un barbone non andrà mai dalla polizia a lamentarsi. Il vagabondo è la vittima ideale perché è invisibile alla società».
La difesa di molti di questi videomaker - perlopiù ventenni - è che considerare queste persone incapaci di decidere se apparire o no in un filmato è più insultante che riprenderle mentre si massacrano di botte o prendono a testate un muro. Ma tra tanto squallore i media americani riprendono anche un happy end. Una delle "star" dei bum Fights, il veterano di guerra Rufus Hannah, detto Rufus the Stunt Bum, diventato un personaggio popolarissimo, è riuscito a cambiare vita. Sua figlia, che non vedeva più da anni, l'ha riconosciuto da un video ed è riuscita a contattarlo: «Non posso credere che ti sia davvero ridotto in questo stato - gli ha scritto - E sappi anche che sei diventato nonno». Rufus ha detto addio alle risse, alla bottiglia, alle droghe, e si è anche trovato un buon lavoro come carpentiere-imbianchino. Riuscirà a essere di buon esempio?
Ho letto solo oggi di questa cosa e mi ha fatto molto pensare... pensare a quei cretini che riescono per un pò di popolarità in rete ad aizzare un uomo contro un altro e a riprendere senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze che questo può avere. Senza nessun rispetto della dignità umana.
Mi ha fatto anche sorridere la storia di Rufus, speriamo serva a qualcosa.
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