STALKING: CARCERE FINO A 6 ANNI SE CHI MOLESTA E' IL CONIUGE
ROMA - L'aggravante per il reato di stalking scatterà per il coniuge "anche se non separato o divorziato". A stabilirlo è un emendamento del Pd approvato all'unanimità dalla commissione Giustizia della Camera. Il marito che compie molestie ripetute nei confronti della moglie (o viceversa) rischierà così il carcere fino a sei anni. Ma in questo caso non si potrà procedere d'ufficio: dovrà essere la vittima a querelarlo.
Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna all'inizio aveva dato parere negativo, ma poi, al termine di "un attento esame e di un dibattito approfondito", spiega il capogruppo del Pd in commissione Donatella Ferranti, "ha espresso un giudizio positivo" e così l'intera Pdl ha votato a favore della norma. "L'emendamento per estendere l'aggravante anche al coniuge - aggiunge Ferranti - è stato messo a punto da noi del Pd con l'aiuto di Carolina Lussana".
L'esame del testo, spiega il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, potrebbe concludersi tra stasera e domani. Ed è atteso in Aula per il 16 dicembre. "Ma la cosa importante - aggiunge - è che sinora si è lavorato in un clima di raro accordo, con l'obiettivo di arrivare ad una vera tutela della donna. E' stata una discussione pacata e nel merito. Sono estremamente soddisfatta".
E soddisfatto è anche il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa che si rallegra per l'intesa che si sta creando su un testo "così importante e delicato". "Se avessimo fatto una corsa a 100 all'ora - osserva riferendosi ai tempi dell'esame considerati da alcuni troppo lenti - probabilmente non saremmo riusciti ad arrivare ad una condivisione così ampia del provvedimento".
L'ipotesi sulla quale si sta lavorando ora è che la possibilità di procedere d'ufficio resti solo nel caso che la vittima delle molestie ripetute sia un minore diversamente abile. "Ma su questo - sottolinea Francesco Paolo Sisto (Pdl) - non abbiamo ancora votato. Se ne deve ancora parlare".
Le parti della proposta di legge che hanno già passato il vaglio della commissione prevedono invece: l'inserimento del reato di stalking, cioé di 'Atti persecutori', nel nostro ordinamento; e la possibilità di estendere l'aggravante, cioé infliggere una pena maggiore, per il coniuge e per la persona "che sia stata legata da relazione affettiva con la persona offesa". Si sta ancora discutendo, invece, se arrivare al carcere fino agli otto anni, in caso di recidiva
ROMA - L'aggravante per il reato di stalking scatterà per il coniuge "anche se non separato o divorziato". A stabilirlo è un emendamento del Pd approvato all'unanimità dalla commissione Giustizia della Camera. Il marito che compie molestie ripetute nei confronti della moglie (o viceversa) rischierà così il carcere fino a sei anni. Ma in questo caso non si potrà procedere d'ufficio: dovrà essere la vittima a querelarlo.
Il ministro per le Pari Opportunità Mara Carfagna all'inizio aveva dato parere negativo, ma poi, al termine di "un attento esame e di un dibattito approfondito", spiega il capogruppo del Pd in commissione Donatella Ferranti, "ha espresso un giudizio positivo" e così l'intera Pdl ha votato a favore della norma. "L'emendamento per estendere l'aggravante anche al coniuge - aggiunge Ferranti - è stato messo a punto da noi del Pd con l'aiuto di Carolina Lussana".
L'esame del testo, spiega il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno, potrebbe concludersi tra stasera e domani. Ed è atteso in Aula per il 16 dicembre. "Ma la cosa importante - aggiunge - è che sinora si è lavorato in un clima di raro accordo, con l'obiettivo di arrivare ad una vera tutela della donna. E' stata una discussione pacata e nel merito. Sono estremamente soddisfatta".
E soddisfatto è anche il capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa che si rallegra per l'intesa che si sta creando su un testo "così importante e delicato". "Se avessimo fatto una corsa a 100 all'ora - osserva riferendosi ai tempi dell'esame considerati da alcuni troppo lenti - probabilmente non saremmo riusciti ad arrivare ad una condivisione così ampia del provvedimento".
L'ipotesi sulla quale si sta lavorando ora è che la possibilità di procedere d'ufficio resti solo nel caso che la vittima delle molestie ripetute sia un minore diversamente abile. "Ma su questo - sottolinea Francesco Paolo Sisto (Pdl) - non abbiamo ancora votato. Se ne deve ancora parlare".
Le parti della proposta di legge che hanno già passato il vaglio della commissione prevedono invece: l'inserimento del reato di stalking, cioé di 'Atti persecutori', nel nostro ordinamento; e la possibilità di estendere l'aggravante, cioé infliggere una pena maggiore, per il coniuge e per la persona "che sia stata legata da relazione affettiva con la persona offesa". Si sta ancora discutendo, invece, se arrivare al carcere fino agli otto anni, in caso di recidiva