Nazioni Unite, schiaffi ai bimbi vietati in 23 Stati, ma in Italia le "correzioni fisiche" sono illecite solo a scuola. Mamma e papà possono ricorrere a scappellotti e sberle. E in altri 89 Paesi sono permessi anche a scuola
Dopo che si è parlato tanto delle battaglie per i diritti dei gay e dei disabili, in vista del ventennale della Convenzione sui diritti dell'infanzia, le Nazioni Unite affrontano il tema dei diritti dei bambini. E più in particolare di una sorta di moratoria sulle sculacciate ai minori. Purtroppo però non si è arrivati a vietare sberle e scappellotti ai bambini entro l'anno prossimo né a imporre regole più precise rispetto alla messa al bando delle "misure di correzione fisica" per i più piccoli. Salta quindi l'obiettivo, posto nel 2006, di vietare gli schiaffi e stabilire il principio secondo cui i bambini non possono e non devono essere picchiati (nemmeno se l'intento dello scappellotto o della sculacciata è educativo).
Qualche passo avanti però è stato fatto: gli Stati che proibivano a chiunque (anche ai genitori) di mettere le mani addosso ai piccoli nel 2006 erano 16, ora sono diventati 23 (18 europei). In tutto il mondo sono rimasti 89 i Paesi che permettono ancora oggi bacchettate e altri "castighi correttivi" a scuola (erano 106 tre anni fa). Anche gli Stati Uniti non hanno ratificato la convenzione per i diritti dell'infanzia. Ancora oggi in 21 dei 50 Stati americani gli insegnanti possono alzare le mani: di solito colpiscono il fondoschiena con il paddle, la tradizionale pala di legno piatta, della lunghezza di mezzo metro. A utilizzarla sono gli Stati centrali della Bible belt (la «cintura della Bibbia») americana, dove la gente si rifà al proverbio biblico «risparmia la verga e vizierai il bambino».
In Europa per fortuna le bacchettate a scuola sono praticamente scomparse. Tra gli ultimi a bandirle, la Gran Bretagna. Ma da noi il terreno delle battaglie per i diritti dei bambini si sposta all'interno della famiglia: l'obiettivo è proibire anche i ceffoni da parte dei genitori. Vietati in Svezia dal 1979, e poi in Finlandia (dal 1983), in Norvegia (dal 1987), in Austria (dal 1989), sono considerati un reato in 23 Paesi. Mentre gli altri Stati continuano a considerarli sistemi educativi efficaci. Anche l'Italia fa parte dei 155 Stati che ammettono il ricorso al ceffone: nel 1996 una sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale ma la legge non c'è ancora. Nel Regno Unito la legge consente sculacciate moderate, ma non punizioni che procurino lividi, ferite e gonfiori. Oggi è pensiero comune che non si debbano picchiare gli animali, ma rispetto ai bambini stenta a cedere la convinzione secondo cui lo scappellotto quando ci vuole, ci vuole.
Questo è un tema molto controverso.
Personalmente non ho mai dato uno sculaccione ad Arianna, soprattutto perchè credo che la punizione fisica non sia il miglior metodo educativo. Preferisco la punizione, così i bambini hanno il tempo di capire lo sbaglio.
Voi cosa ne pensate. Mi piacerebbe anche sentire il parere di qualcuno che lo sculaccione lo da per capirne le ragioni.
Un saluto a tutti MARGHERITA
Dopo che si è parlato tanto delle battaglie per i diritti dei gay e dei disabili, in vista del ventennale della Convenzione sui diritti dell'infanzia, le Nazioni Unite affrontano il tema dei diritti dei bambini. E più in particolare di una sorta di moratoria sulle sculacciate ai minori. Purtroppo però non si è arrivati a vietare sberle e scappellotti ai bambini entro l'anno prossimo né a imporre regole più precise rispetto alla messa al bando delle "misure di correzione fisica" per i più piccoli. Salta quindi l'obiettivo, posto nel 2006, di vietare gli schiaffi e stabilire il principio secondo cui i bambini non possono e non devono essere picchiati (nemmeno se l'intento dello scappellotto o della sculacciata è educativo).
Qualche passo avanti però è stato fatto: gli Stati che proibivano a chiunque (anche ai genitori) di mettere le mani addosso ai piccoli nel 2006 erano 16, ora sono diventati 23 (18 europei). In tutto il mondo sono rimasti 89 i Paesi che permettono ancora oggi bacchettate e altri "castighi correttivi" a scuola (erano 106 tre anni fa). Anche gli Stati Uniti non hanno ratificato la convenzione per i diritti dell'infanzia. Ancora oggi in 21 dei 50 Stati americani gli insegnanti possono alzare le mani: di solito colpiscono il fondoschiena con il paddle, la tradizionale pala di legno piatta, della lunghezza di mezzo metro. A utilizzarla sono gli Stati centrali della Bible belt (la «cintura della Bibbia») americana, dove la gente si rifà al proverbio biblico «risparmia la verga e vizierai il bambino».
In Europa per fortuna le bacchettate a scuola sono praticamente scomparse. Tra gli ultimi a bandirle, la Gran Bretagna. Ma da noi il terreno delle battaglie per i diritti dei bambini si sposta all'interno della famiglia: l'obiettivo è proibire anche i ceffoni da parte dei genitori. Vietati in Svezia dal 1979, e poi in Finlandia (dal 1983), in Norvegia (dal 1987), in Austria (dal 1989), sono considerati un reato in 23 Paesi. Mentre gli altri Stati continuano a considerarli sistemi educativi efficaci. Anche l'Italia fa parte dei 155 Stati che ammettono il ricorso al ceffone: nel 1996 una sentenza della Corte di Cassazione ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale ma la legge non c'è ancora. Nel Regno Unito la legge consente sculacciate moderate, ma non punizioni che procurino lividi, ferite e gonfiori. Oggi è pensiero comune che non si debbano picchiare gli animali, ma rispetto ai bambini stenta a cedere la convinzione secondo cui lo scappellotto quando ci vuole, ci vuole.
Questo è un tema molto controverso.
Personalmente non ho mai dato uno sculaccione ad Arianna, soprattutto perchè credo che la punizione fisica non sia il miglior metodo educativo. Preferisco la punizione, così i bambini hanno il tempo di capire lo sbaglio.
Voi cosa ne pensate. Mi piacerebbe anche sentire il parere di qualcuno che lo sculaccione lo da per capirne le ragioni.
Un saluto a tutti MARGHERITA