Pubblicità shock o polverone mediatico?
La Relish, un marchio di abbigliamento milanese, tappezza le città italiane di manifesti. Sindaci, assessori e semplici cittadini gridano allo scandalo: è un'istigazione alla violenza sulle donne. A voi giudicare
Roma, Napoli, Milano. La reazione è stata ovunque la stessa: sdegno, rabbia, stupore. Questa foto offende la donna, è un'istigazione alla violenza, un inno alla differenza dei sessi hanno dichiarato assessori, sindaci, presidi e passanti. Una campagna di comunicazione "vergognosa e discriminante", per dirla con le parole usate da Angela Cortese, assessore alle Pari opportunità del capoluogo campano.
Due poliziotti fermano due ragazze (bellissime e abbigliate in modo provocante) per un controllo. Sullo sfondo la skyline di Rio de Janeiro. Una viene perquisita, la mano del pubblico ufficiale finisce sotto la minigonna. L'altra viene immobilizzata, apparantemente con una certa violenza.
A Napoli il sindaco Rosa Russo Iervolino ha intimato la rimozione dei manifesti, a Roma il preside del Liceo "Cannizzaro" ha inviato una lettera ai giornali in cui si legge: "Poi ci si stupisce dei fatti di cronaca in cui le ragazze vengono struprate in classe". Abbiamo sentito l'amministratore delegato della Relish, Alessandro Esposito, che ci ha chiarito la posizione dell'azienda rispetto alla discussa campagna pubblicitaria della linea Primavera/Estate 2009. Così tanto discussa da diventatare un caso diplomatico tra Italia e Brasile col segretario al turismo di Rio de Janeiro convinto che la foto lederebbe l'immagine della polizia brasiliana.
"Nessuna speculazione, noi facciamo moda quindi cerchiamo un impatto forte. Questa campagna risalta la sensualità e la femminilità - ci ha detto Esposito - Non volevamo offendere nessuno e non riteniamo che questa immagine sia offensiva. L'espressione della donna è tutt'altro che spaventata. Anzi, sembra compiaciuta. È ironica, per niente remissiva. Non è una vittima. La donna Relish è dinamica, libera, moderna e si diverte a giocare con la propria sensualità".
"Non è molto peggio quello che vediamo quotidianamente in tv?", questa la provocazione lanciata da Esposito. In attesa che vengano rispettate le disposizioni dei sindaci e che i manifesti vengano rimossi, se ne continua a discutere.
Secondo me in ogni caso passa l'idea che in fondo alle donne piace essere prese e toccate con violenza. é un pò il messaggio dei film porno dove la donna all'inizio dice no e si divincola ed invece poi ci prende gusto.
L'idea della maggior parte degli stupratori!
MARGHERITA
La Relish, un marchio di abbigliamento milanese, tappezza le città italiane di manifesti. Sindaci, assessori e semplici cittadini gridano allo scandalo: è un'istigazione alla violenza sulle donne. A voi giudicare
Roma, Napoli, Milano. La reazione è stata ovunque la stessa: sdegno, rabbia, stupore. Questa foto offende la donna, è un'istigazione alla violenza, un inno alla differenza dei sessi hanno dichiarato assessori, sindaci, presidi e passanti. Una campagna di comunicazione "vergognosa e discriminante", per dirla con le parole usate da Angela Cortese, assessore alle Pari opportunità del capoluogo campano.
Due poliziotti fermano due ragazze (bellissime e abbigliate in modo provocante) per un controllo. Sullo sfondo la skyline di Rio de Janeiro. Una viene perquisita, la mano del pubblico ufficiale finisce sotto la minigonna. L'altra viene immobilizzata, apparantemente con una certa violenza.
A Napoli il sindaco Rosa Russo Iervolino ha intimato la rimozione dei manifesti, a Roma il preside del Liceo "Cannizzaro" ha inviato una lettera ai giornali in cui si legge: "Poi ci si stupisce dei fatti di cronaca in cui le ragazze vengono struprate in classe". Abbiamo sentito l'amministratore delegato della Relish, Alessandro Esposito, che ci ha chiarito la posizione dell'azienda rispetto alla discussa campagna pubblicitaria della linea Primavera/Estate 2009. Così tanto discussa da diventatare un caso diplomatico tra Italia e Brasile col segretario al turismo di Rio de Janeiro convinto che la foto lederebbe l'immagine della polizia brasiliana.
"Nessuna speculazione, noi facciamo moda quindi cerchiamo un impatto forte. Questa campagna risalta la sensualità e la femminilità - ci ha detto Esposito - Non volevamo offendere nessuno e non riteniamo che questa immagine sia offensiva. L'espressione della donna è tutt'altro che spaventata. Anzi, sembra compiaciuta. È ironica, per niente remissiva. Non è una vittima. La donna Relish è dinamica, libera, moderna e si diverte a giocare con la propria sensualità".
"Non è molto peggio quello che vediamo quotidianamente in tv?", questa la provocazione lanciata da Esposito. In attesa che vengano rispettate le disposizioni dei sindaci e che i manifesti vengano rimossi, se ne continua a discutere.
Secondo me in ogni caso passa l'idea che in fondo alle donne piace essere prese e toccate con violenza. é un pò il messaggio dei film porno dove la donna all'inizio dice no e si divincola ed invece poi ci prende gusto.
L'idea della maggior parte degli stupratori!
MARGHERITA