Perseguitato da un diciottenne
studente minaccia il suicidio
L'aguzzino è stato confinato in casa dal giudice. Ora, però, uscirà
e ha fatto sapere a un'amica dell'altro: "Quando esco lo uccido"
di LUIGI SPEZIA
BOLOGNA - "Lui si è preso tutta la mia vita, non so più cosa ci sto a fare a questo mondo". E' una storia estrema di bullismo, meglio ancora di "stalking", di un un diciottenne su un ragazzo poco più giovane, un adolescente di 16 anni che condivideva con lui gli stessi luoghi di ritrovo a Ferrara.
Quale che sia la definizione corretta, è un caso che esce persino dai canoni di queste categorie di devianza. Il sedicenne è caduto in una profonda in crisi depressiva, è seguito da uno psicologo, rischia di mettere a repentaglio la sua vita. Una storia venuta alla luce per l'appello della madre del sedicenne, angosciata dalla prospettiva che tutto ricominci. Nei prossimi giorni, infatti, il diciottenne uscirà di nuovo di casa, dove un giudice, il gip Silvia Migliori, l'ha dovuto confinare da dicembre, prima del processo che si terrà al Tribunale dei minori di Bologna per una sfilza di reati, da violenza aggravata e continuata a tentate lesioni personali a molestie e disturbi continuati.
La persecuzione dura da un paio di anni. I due ragazzini si erano conosciuti in una compagnia fuori della scuola (il maggiorenne non studia più) e da allora per il più piccolo, di buona famiglia, bravo a scuola e a giocare a tennis, è stato un incubo quotidiano. Fino a 80 telefonate al giorno sul cellulare di minaccia o di irrisione, fino a sessanta a casa, fino a trenta sul cellulare del padre. Una violenza psicologica continuata che si è tradotta anche in aggressioni fisiche: botte in un ristorante, tre colpi alla nuca alla stazione di Ferrara, un inseguimento in moto. "Non vogliamo nulla, neanche un euro di risarcimento - supplica la madre - basta che mio figlio torni ad essere sereno e non sia più minacciato. Abbiamo paura, ho paura che mio figlio faccia una sciocchezza".
L'avvocato Marco Linguerri ha chiesto la proroga della detenzione a casa, ma il tempo stringe. Dopo un esposto, anche il questore di Ferrara Lugi Savina, nell'ambito dei suoi poteri, aveva convocato i ragazzi e i rispettivi genitori, per cercare di capire e di mettere fine alla faida unilaterale tra minorenni. "Ho parlato con il maggiore dei due - racconta - e ho cercato di farlo ragionare. Gli ho detto che, pur con la sua stazza atletica, si stava comportando da bambino. Sembrava mi avesse ascoltato, ma dopo pochi giorni tutto è ricominciato. Eppure anche i genitori erano disponibili a risolvere la situazione, ma non vengono seguiti dal figlio. Che dire? E' una storia moderna amara che avevamo cercato di bloccare, ma non ci siamo riusciti. Il grande è spalleggiato da un gruppetto di amici, di fronte ai quali vuol dimostrare di essere forte".
E non demorde. Di recente, un'amica del ragazzo sarebbe stata contattata dal diciottenne che le avrebbe inviato un messaggio tramite Internet: "Appena lo trovo ti giuro che lui finisce di parlare. Appena lo trovo muore..."
L'ennesimo episodio di bullismo, forse questo più estremo degli altri, ma indubbiamente un fenomeno che continua ad insidiare gli adolescenti. Una violenza psicologica che richiederà difficili percorsi, anche di apertura e di ri-sociliazzazione, da intraprendere da parte del ragazzo. Cosa ne pensate? Avete avuto esperienze di questo genere?
studente minaccia il suicidio
L'aguzzino è stato confinato in casa dal giudice. Ora, però, uscirà
e ha fatto sapere a un'amica dell'altro: "Quando esco lo uccido"
di LUIGI SPEZIA
BOLOGNA - "Lui si è preso tutta la mia vita, non so più cosa ci sto a fare a questo mondo". E' una storia estrema di bullismo, meglio ancora di "stalking", di un un diciottenne su un ragazzo poco più giovane, un adolescente di 16 anni che condivideva con lui gli stessi luoghi di ritrovo a Ferrara.
Quale che sia la definizione corretta, è un caso che esce persino dai canoni di queste categorie di devianza. Il sedicenne è caduto in una profonda in crisi depressiva, è seguito da uno psicologo, rischia di mettere a repentaglio la sua vita. Una storia venuta alla luce per l'appello della madre del sedicenne, angosciata dalla prospettiva che tutto ricominci. Nei prossimi giorni, infatti, il diciottenne uscirà di nuovo di casa, dove un giudice, il gip Silvia Migliori, l'ha dovuto confinare da dicembre, prima del processo che si terrà al Tribunale dei minori di Bologna per una sfilza di reati, da violenza aggravata e continuata a tentate lesioni personali a molestie e disturbi continuati.
La persecuzione dura da un paio di anni. I due ragazzini si erano conosciuti in una compagnia fuori della scuola (il maggiorenne non studia più) e da allora per il più piccolo, di buona famiglia, bravo a scuola e a giocare a tennis, è stato un incubo quotidiano. Fino a 80 telefonate al giorno sul cellulare di minaccia o di irrisione, fino a sessanta a casa, fino a trenta sul cellulare del padre. Una violenza psicologica continuata che si è tradotta anche in aggressioni fisiche: botte in un ristorante, tre colpi alla nuca alla stazione di Ferrara, un inseguimento in moto. "Non vogliamo nulla, neanche un euro di risarcimento - supplica la madre - basta che mio figlio torni ad essere sereno e non sia più minacciato. Abbiamo paura, ho paura che mio figlio faccia una sciocchezza".
L'avvocato Marco Linguerri ha chiesto la proroga della detenzione a casa, ma il tempo stringe. Dopo un esposto, anche il questore di Ferrara Lugi Savina, nell'ambito dei suoi poteri, aveva convocato i ragazzi e i rispettivi genitori, per cercare di capire e di mettere fine alla faida unilaterale tra minorenni. "Ho parlato con il maggiore dei due - racconta - e ho cercato di farlo ragionare. Gli ho detto che, pur con la sua stazza atletica, si stava comportando da bambino. Sembrava mi avesse ascoltato, ma dopo pochi giorni tutto è ricominciato. Eppure anche i genitori erano disponibili a risolvere la situazione, ma non vengono seguiti dal figlio. Che dire? E' una storia moderna amara che avevamo cercato di bloccare, ma non ci siamo riusciti. Il grande è spalleggiato da un gruppetto di amici, di fronte ai quali vuol dimostrare di essere forte".
E non demorde. Di recente, un'amica del ragazzo sarebbe stata contattata dal diciottenne che le avrebbe inviato un messaggio tramite Internet: "Appena lo trovo ti giuro che lui finisce di parlare. Appena lo trovo muore..."
L'ennesimo episodio di bullismo, forse questo più estremo degli altri, ma indubbiamente un fenomeno che continua ad insidiare gli adolescenti. Una violenza psicologica che richiederà difficili percorsi, anche di apertura e di ri-sociliazzazione, da intraprendere da parte del ragazzo. Cosa ne pensate? Avete avuto esperienze di questo genere?